COSMETICI E COSMESI

Cosmesicosmetici, secondo il Regolamento CE 1223/2009, comprendono un vasto gruppo di prodotti per la protezione, la pulizia, l’abbellimento, la profumazione, la deodorazione e la bellezza di viso, corpo, mani e capelli.

I cosmetici infatti possono essere solo “applicati sulle superfici esterne”  per compiere la loro finalità e funzione che per definizione non deve avere nessuna attività e proprietà terapeutica, esclusive dei farmaci per uso topico.

I cosmetici quindi si distinguono in creme, sieri, contorno occhi, latti detergenti, struccanti, bagnoschiuma, detergenti intimi, detergenti mani, shampoo, profumi, make up, smalti per le unghie, lacche, gel, mousse e tinture per i capelli e chi più ne ha più ne metta. Il mercato dei cosmetici è infatti caratterizzato da una vasta gamma di prodotti che si presentano in diverse forme e formulazioni che vengono ideate, sulla base dello specifico prodotto, scegliendo tra diversi ingredienti ammessi nelle singole formulazioni secondo la regolamentazione vigente. Gli ingredienti ammessi sono sostanze  valutate sicure per l’uomo sulla base di test di tossicità specifici e possono essere sia sostanze naturali, e loro derivati, che sostanze di sintesi.

I prodotti cosmetici sono rigorosamente disciplinati secondo il Regolamento CE 1223/2009 entrato in vigore in Italia dal 2013. Tale regolamento copre tutti gli aspetti di sicurezza nella produzione e commercializzazione di un cosmetico, quindi dalla sua composizione alla sua immissione nel mercato, dai test tossicologici dei suoi ingredienti all’etichettatura. Senza entrare nello specifico della legge, in parole semplici tutti i cosmetici che sono in commercio sono considerati sicuri quando seguono tale regolamento. Il regolamento però è in continuo aggiornamento sulla base dell’inserimento di nuovi ingredienti, così come dell’identificazione e dell’eliminazione tra quelli “storici” di sostanze non sicure per la salute. Purtroppo la legge è relativamente giovane e si deve fare ancora molto lavoro per risolvere e limitare il “caos” che aleggia attorno a questo settore dalle diverse sfumature e implicazioni salutistiche, ambientali e di immagine collettiva.

Il Regolamento CE 1223/2009 prevede che tutti gli ingredienti presenti in un cosmetico siano dichiarati in etichetta alla voce “INGREDIENTS:” in ordine decrescente, specificandone le funzioni e utilizzando la nomenclatura internazionale per i cosmetici o INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), valida in tutto il mondo. Gli ingredienti “attivi” o funzionali variano in percentuali differenti nei vari cosmetici a seconda della loro potenza e sono selezionati sulla base delle finalità e proprietà che si vogliono dare al prodotto: emollienti, idratanti, detergenti, illuminanti, protettive, abbellenti, deodoranti, antirughe, e via dicendo. Tutti gli altri componenti sono ingredienti “secondari” o strutturali che servono a rendere gli attivi biodisponibili e quindi funzionali, e, non da meno, hanno il compito di  dare al cosmetico una forma e di assicurare specifiche proprietà organolettiche, reologiche e sensoriali richieste dal consumatore. In pratica gli ingredienti secondari permettono di ottenere una crema fluida, spalmabile e soffice perché miscelati insieme come materie prime donano al prodotto finito determinate proprietà di scorrevolezza, consistenza e uniformità. Infine conservanti e antimicrobici assicurano un prodotto che si mantiene sicuro e inalterato per un certo periodo di tempo.

Tutti gli ingredienti possono essere, come abbiamo già detto, sostanze naturali, o derivati, e sostanze di sintesi. Nella formulazione e preparazione di un cosmetico, la Natura rappresenta da sempre la principale fonte di ingredienti, sia funzionali che secondari, che vengono attinti sia dal Regno Vegetale, che Minerale e Animale. Il mondo vegetale è fondamentale per l’industria della cosmesi, tanto che le sostanze di origine vegetale sono tradizionalmente utilizzate sia come attivi funzionali che secondari di prima scelta: si pensi semplicemente alle essenze ottenute dai fiori per creare i profumi. Le piante officinali sono infatti l’escamotage legislativo che dal 1939 permise l’accesso libero della maggior parte delle piante medicinali al mondo della Cosmesi, favorendo la loro uscita dalla filiera del farmaco e determinando una quasi totale perdita di controllo su molti Farmaci Vegetali che oggi si sta tentando di risolvere (Articolo). Anche il regno minerale offre molte  sostanze all’industria cosmetica, basti pensare ai filtri UV fisici presenti nelle creme abbronzanti come l’ossido di titanio o il caolino. Il regno animale alla stesso modo un tempo era fonte di materie prime fondamentali e di qualità come la lanolina e altri composti lipidici che sono stati sostituiti da analoghi di sintesi per ovviare a problemi etici molto importanti. Emblematico fu l’avvento del cetilpalmitato nel bloccare la caccia alle balene. Il cetilpalmitato è infatti il sostituto sintetico dello spermaceti, un grasso contenuto in gran quantità nella testa del capodoglio e meno nel grasso di balena, molto richiesto e utilizzato in passato per la preparazione di unguenti e candele e che fu la principale causa della caccia alle balene raccontata anche nel famoso libro “Moby Dick”. Gli ingredienti sono quindi di varia natura e secondo il Regolamento CE 1223/2009 quelli ammessi in un cosmetico devono seguire importanti criteri di sicurezza, peculiarità che viene sempre monitorata anche dopo l’immissione in commercio attraverso gli organi di competenza e il servizio di Cosmetovigilanza. Inoltre nello stesso regolamento sono indicate negli allegati sia le sostanze vietate nei cosmetici perché riconosciute pericolose per la salute (CE 1223/2009 Allegato II), che alcune sostanze vietate in quanto dannose ma per le quali possono essere previste delle eccezioni entro determinati limiti che sono considerati sicuri (CE 1223/2009 Allegato III).

La Cosmetologia è la scienza della Cosmesi, parola che deriva dal greco kosmos (ordine, ornamento) da cui kosmesis (abellire), che indica tutte le tecniche chimiche, biochimiche, fisiche e chirurgiche per migliorare e abbellire l’aspetto estetico di una persona. La Cosmesi è una delle più antiche arti che accompagna l’uomo nella continua ricerca di soddisfare il suo desiderio di apparire esteticamente piacevole. Un arte che nel tempo si è specializzata, rinnovata e maturata in una nuova visione della bellezza che diventa inscindibile dall’esigenza di una pelle sana, diventando oggi ricerca “estetico-scientifica” di salute e benessere per il corpo in toto. L’arte si è così trasformata in scienza cosmetica applicata o Cosmetologia.

 

La Cosmetologia studia, ricerca e analizza vecchie e nuove tecniche cosmetiche e utilizza la chimica, la biochimica, la fisica e i principi della fisiologia e patologia medica nella ricerca di sostanze utili per creare un cosmetico che segua il suo antico fine estetico ma arricchito di un nuovo presupposto di sostegno e mantenimento della salute della bellezza. Nel suo lungo percorso di maturazione questa scienza ha raggiunto molti traguardi lasciandosi dietro le spalle anche alcune sconfitte, arrivando ad evolversi sia dal punto di vista scientifico che tecnologico nella produzione di prodotti sempre più specializzati e raffinati e nell’identificazione di ingredienti sicuri, efficaci e innovativi, spinta da una fiorente ricerca scientifica, sostenuta sia in ambito accademico che privato dallo stesso mercato della bellezza. Una scienza che nel tempo quindi si è responsabilizzata e ha iniziato ad interagire anche con i professionisti della salute, nella consapevolezza che il cosmetico non deve solo rispondere ad esigenze estetiche ma soprattutto deve rispettare e sostenere l’organo pelle.

La legge identifica che cosa è un cosmetico, le sue finalità e funzioni e ne delinea i principi di  sicurezza, dalla valutazione al monitoraggio della stessa, al fine di salvaguardare la salute pubblica. Da questo punto di vista la legge è una garanzia importante ma per alcuni aspetti ancora giovane e limitata, basti pensare che fino a 10 anni fa non c’era una regolamentazione sui prodotti cosmetici chiara e definita e che l’avvento del Regolamento CE 1223/2009 ha segnato un grande traguardo per la sicurezza dei consumatori, in particolare con l’eliminazione di molte sostanze valutate come tossiche. La legislazione sui cosmetici è infatti arrivata a piccoli passi e in tempi lunghi in un ambiente che negli anni si era strutturato quasi liberamente sulle richieste dei consumatori, lasciando inconsapevolmente all’etica di alcuni la facoltà di scegliere gli ingredienti da inserire nei vari prodotti, quasi ignorando che un cosmetico comunque  interagendo con l’organo pelle, una delle principali linee di difesa del nostro corpo verso le aggressioni esterne, ne può alterare le funzioni e proprietà. Il Regolamento CE 1223/2009 rappresenta un grande passo avanti nella vigilanza del mercato del Beauty, una realtà commerciale trainante e da sempre in rapida crescita in termini di fatturato, dove il desiderio di piacere del consumatore viene spesso confuso con aspettative irreali e il motore del guadagno facile favorisce la truffa e la sofisticazione anche a danno della salute dei consumatori.  Il Regolamento CE 1223/2009 rappresenta comunque una importante e ulteriore garanzia per la maggior parte delle aziende che negli anni hanno favorito la crescita e l’evoluzione di una Cosmesi etica, consapevole e di qualità. Aziende che alle richieste dei consumatori hanno cercato di rispondere con un prodotto funzionale e il più possibile sicuro e che al passo con il progresso medico-scientifico nel campo della Cosmesi hanno collaborato sia con il cosmetologo che con i professionisti della salute.

In questo percorso di crescita ed evoluzione, sebbene la Cosmetologia si stia ricavando in ambito scientifico e legislativo una sua identità e specializzazione, rimane comunque ancora avvolta da un certo “caos” dovuto principalmente al divario tra la sua costante evoluzione e la legge che nella sua “giovinezza” non riesce ancora a stare al passo con la scienza. Nello specifico, la legge non ha ancora riconosciuto e regolamentato classi di cosmetici relativamente nuove, nate in seguito alle sempre più specifiche esigenze sia del consumatore che del professionista della salute consapevoli che il benessere della pelle inizia anche dalla sua superficie.

Il cosmetico nella sua evoluzione storica ha sempre cercato principalmente di rispondere al desiderio estetico-sociale di bellezza dell’uomo, a cui nei secoli si è associata anche un’esigenza di salute e benessere del corpo in toto che ai giorni nostri si traduce nella richiesta di una Cosmesi consapevole e sicura, non più orientata alla ricerca della bellezza a tutti i costi ma del benessere estetico-psicologico.

Il cosmetico del terzo millennio è orientato a mantenere e sostenere la salute della pelle per esaltarne la bellezza, principio che si esprime ad esempio nella ricerca di un make up sempre più sicuro e protettivo che aiuti ad abbellire così come ad esaltare al meglio il viso di una donna. Questa evoluzione nella percezione della bellezza ha determinato così una maggior specializzazione dei cosmetici favorendo negli ultimi anni l’individuazione nel macrogruppo dei cosmetici definiti dalla Legge, o cosmetici tradizionali, di nuove classi di cosmetici che vogliono adeguarsi alle specifiche richieste sia di un professionista sempre più consapevole dell’importanza della cosmesi nel mantenere lo stato di salute della pelle sana, sia di un consumatore sempre più attento alla qualità e sicurezza di un cosmetico nel perseguire il suo bisogno di bellezza e benessere. Queste nuove classi di cosmetici si caratterizzano per l’utilizzo di specifici ingredienti, selezionati tra quelli ammessi, a seconda delle loro peculiari proprietà nel sostenere le normali funzioni della pelle e/o della loro derivazione. Iniziamo ad analizzare i vari cosmetici partendo dai cosmetici tradizionali per poi conoscere le nuove classi di cosmetici.

cosmetici tradizionali, secondo l’art.2 Definizioni 1.a) del Regolamento CE 1223/2009, sono rappresentati da “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad es­sere applicata sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni) oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corpo­rei”. La legge nel suo complesso è a passo con i tempi, riconoscendo il ruolo estetico e protettivo di un cosmetico, lo ha strettamente connesso all’esigenza di sicurezza in toto per la salute dell’uomo. In pratica i cosmetici tradizionali sono caratterizzati da tre importanti funzioni a corollario del loro ruolo estetico, sociale e psicologico :

▪ Funzione igienica: la salute della pelle e della bellezza sono strettamente condizionate dalla pulizia delle varie superfici del corpo per mezzo di cosmetici che rimuovono sia le impurità prodotte dal nostro organismo che quelle derivanti dal contatto con l’ambiente. La detersione diventa così un importante gesto quotidiano volto non solo alla pulizia delle superfici del nostro corpo, ma anche alla loro protezione, correzione e profumazione, finalizzate a mantenere in salute l’uomo in toto.

Funzione eutrofica: il cosmetico nel mantenere le superfici esterne del corpo in buon stato di salute, pulite e abbellite fornisce loro un nutrimento di qualità (eutrofismo infatti deriva dal greco eu “buon” e trophos “nutrimento”), fornendo sostanze sintetiche e naturali che sostengono una pelle sana nei suoi fisiologici eventi e cambiamenti quotidiani. Un cosmetico ad esempio idratando, proteggendo e tonificando la pelle sana non fa altro che favorirne il corretto trofismo per mantenerla nel suo fisiologico stato di salute nonostante interagisca quotidianamente con agenti esterni che la possono alterare.

Funzione estetico sensoriale: il cosmetico deve rispondere all’esigenza estetico-sociale di migliorare la propria immagine soddisfando anche esigenze sensoriali che coinvolgono vista, tatto e odorato. Il cosmetico ci abbellisce, rende la nostra pelle più levigata e piacevole al tatto e ci profuma. Queste proprietà sensoriali devono rispondere non solo ad aspettative sociali, ma anche personali poiché la scelta di un cosmetico è in primis condizionata dalle nostre sensazioni. Se non ci piace un profumo non lo compriamo, così come se una crema viso ha una consistenza o una scorrevolezza che non ci aggrada. Questo aspetto quindi condiziona moltissimo la formulazione di un cosmetico che deve risultare piacevole ai più sia da un punto di vista organolettico che sensoriale.

Queste tre funzioni sono quindi comuni a tutti i cosmetici, al fine di rispondere alle esigenze di base  di tutti i consumatori e di conseguenza alle richieste generali del mercato della Cosmesi.

Con l’evoluzione della Cosmetologia e della Cosmesi si sono però identificate delle funzioni cosmetiche sempre più specifiche come risposta alla richiesta di un cosmetico specializzato nel suo ruolo di sostegno e mantenimento dello stato di salute della pelle. In particolare si possono individuare due classi funzionali:

Cosmetici funzionali Dermocosmetici che contengono attivi o sostanze funzionali che agiscono sulla pelle per sostenerla in presenza di disfunzioni cutanee o inestetismi superficiali. In pratica i dermocosmetici sono nel limbo tra cosmetico e farmaco, esplicano funzioni diverse e più specifiche del cosmetico nel sostegno della cute ma non arrivano ad essere un farmaco perché le sostanze a cui si deve la loro azione non sono farmaci

Cosmeceutici sono Cosmetici funzionali o dermocosmetici che utilizzano come principi attivi piante officinali o nutrienti o nutraceutici per sostenere e mantenere una pelle sana nelle sue normali funzioni

Queste classi funzionali sono espressione dell’esigenza di inquadrare l’ampia gamma dei cosmetici tradizionali a seconda dei bisogni estetici e di salute a cui si vuole rispondere e rappresentano un utile strumento nell’orientare sia il professionista della salute che il consumatore nella scelta del prodotto che lo può soddisfare. Questa classificazione rappresenta quindi la prova concreta che ogni cosmetico ha una sua specifica identità nella sua funzione di abbellire, proteggere e sostenere le superfici del corpo in modo sano, identità che può essere anche finalizzata ad esempio dal dermatologo nella scelta di un cosmetico per sostenere, mantenere e favorire la salute e il benessere dei suoi pazienti.

I cosmetici tradizionali, dermocosmetici e cosmeceitici vengono poi classificati anche sulla base delle caratteristiche degli ingredienti utilizzati nella loro composizione in tre gruppi principali:

Cosmetici dermocompatibili

Cosmetici bio, anche dermocompatibili

Cosmetici eco-bio-dermocompatibili

cosmetici dermocompatibili rispondono al bisogno di un prodotto che sia affine con la pelle: interagisce con essa rispettandola e senza alterarne le caratteristiche di base. Stiamo parlando quindi di cosmetici che in particolare evitano l’utilizzo di sostanze allergizzanti o sensibilizzanti come il Nickel o il glutine, così come di sostanze che a lungo termine sono notoriamente coinvolte in fenomeni di alterazione della fisiologica struttura della pelle, come paraffina, vasellina, petrolati, siliconi, sodiolaurilsolfato e tanti altri. I cosmetici dermocompatibili si stanno sempre più diffondendo nel mercato sia in seguito alla maggior richiesta di un consumatore sempre più esigente sulla qualità delle sostanze che applica sulle superfici del suo corpo, sia come risposta all’evidente aumento di sensibilità cutanea a determinate sostanze tra la popolazione.

Le cose si complicano quando si parla di quelle classi di cosmetici, anche funzionali e dermocompatibili, nate per rispondere alla sempre maggior richiesta nel mercato di “ingredienti green”, associata alla mancanza di una regolamentazione specifica. Il risultato è il “caos” e la disinformazione generale che raggiungono livelli assurdi quando si parla di “Cosmesi naturale”. Infatti i consumatori devono essere consapevoli che purtroppo, ad oggi, i “cosmetici naturali” non esistono. Per essere più precisi, ci sono cosmetici vegetali quasi al 100% e sono oli, cere e burri vegetali puri come l’olio di argan e il burro di karitè. Oli e burri sono però prodotti notoriamente caratterizzati da non pochi problemi di piacevolezza sensoriale che spesso allontanano anche le persone che trarrebbero gran beneficio dal loro utilizzo esclusivo. La verità è che i cosiddetti “cosmetici naturali” sono molto spesso dei cosmetici tradizionali in cui si utilizzano sostanze provenienti dal mondo vegetale, generalmente come ingredienti attivi e spesso in piccola percentuale ma sufficiente a poter vantare l’appartenenza al mondo della “Cosmesi Naturale”. In definitiva purtroppo bisogna entrare nell’ottica che la “Cosmesi Naturale” non è altro che un’idea che, facendo  breccia sul mito di naturalezza associato a innocuità e sicurezza, ha favorito lo sviluppo di un mercato che si basa su un obiettivo non ancora raggiunto, l’eliminazione dai cosmetici di sostanze di sintesi, e che oltretutto confonde su una realtà certa: le piante sono naturali ma non per questo prive di pericoli per la salute dell’uomo o dermocompatibili a priori.

In questo “caos” rientrano anche i Cosmetici bio che si distinguono per l’utilizzo di sostanze vegetali, o derivati, estratti da piante da agricoltura biologica certificata. Questa peculiarità è garantita da organizzazioni di certificazione private che valutano secondo standard propri la eco-bio-compatibilità delle piante da cui si ottengono gli ingredienti o i lavorati e semilavorati utilizzati in vari prodotti come cosmetici, alimenti, integratori alimentari e tanti altri. Per quanto riguarda la Cosmesi questa certificazione dovrebbe essere una garanzia di qualità degli ingredienti, ma nella realtà qualsiasi cosmetico che contenga piante può vantare di essere bio anche senza bollino, perché non c’è nessuna legge che lo vieta. Inoltre tra gli stessi organi di certificazione c’è una certa disomogeneità nella scelta delle caratteristiche tecnologiche e formulative, in particolare la composizione percentuale in sostanze vegetali che un cosmetico biologico può avere, e solo gli enti più seri indicano delle linee guida di dermocompatibilità. Il fatto è che i Cosmetici bio non sono regolamentati dal Ministero della Salute e quindi nella realtà nessuno può vietare qualcosa a qualcuno e ogni azienda, in mancanza di una legge, è libera di spacciare i suoi prodotti per naturali e bio anche se contengono solo il 5% di ingredienti vegetali bio. La mancanza di una regolamentazione ha permesso così che nel mercato ci siano cosmetici che si definiscono naturali o bio perché contengono principi attivi o altri ingredienti vegetali con una percentuale variabile dal 2% al 95% e nessuno lo vieta. In questo “caos” si tutela solo il consumatore informato e che leggendo l’etichetta è in grado di decifrare l’INCI degli ingredienti.

Un concetto fondamentale da sapere è che, ad oggi, il cosmetico esclusivamente naturale, senza ingredienti di sintesi non esiste ancora. I cosmetici per avere determinate caratteristiche funzionali, sensoriali, di sicurezza e di scorrevolezza necessitano ancora  di ingredienti di sintesi o di semi-sintesi fino a quando non saranno identificate alternative in natura. Questa verità viene presa come dato di fatto e sviluppata in un concetto realistico e sostenibile sia dal punto di vista della provenienza degli ingredienti che del loro impatto sull’uomo e sull’ambiente nei Cosmetici eco-bio-dermo-compataibili. I Cosmetici eco-bio-dermo-compataibili rappresentano l’unione di cosmeceutici e cosmetici biologici assicurando per definizione due caratteristiche fondamentali: la dermocompatibilità e il minor impatto possibile con l’ambiente. In particolare la dermocompatibilità è letteralmente garanzia di compatibilità degli ingredienti di un cosmetico con la pelle nel breve e nel lungo termine. Quindi la scelta degli ingredienti di un cosmetico si basa proprio sulla verifica della loro compatibilità e tossicità con la pelle sia a breve che a lungo termine per evitare fenomeni di sensibilizzazione nel tempo che potrebbero favorire ad esempio lo sviluppo di allergie. Inoltre i Cosmetici eco-bio-dermo-compatibili valutano anche l’impatto ambientale dei vari ingredienti in termini di inquinamento. Questo aspetto è una fattore aggiunto importantissimo che si prende cura della compatibilità cosmetico-uomo in toto, basti pensare ai quintali e ai litri di cosmetici che ogni giorno gli uomini in tutto il mondo riversano nei mari e nei fiumi semplicemente lavandosi il viso o facendo una doccia. Infine i Cosmetici eco-bio-demo-compatibili sebbene fortemente orientati nella scelta di ingredienti vegetali bio di qualità certificata e il più possibile ecologici, comunque non si nascondono dietro l’artefatto della “Cosmesi Naturale” e rendono nota la realtà che gli ingredienti di sintesi, ad oggi, non possono mancare in un cosmetico. Riguardo a questa questione, si sono imposti l’obiettivo di relegare i prodotti di sintesi in fondo all’elenco degli ingredienti: la chimica di sintesi c’è ma nelle minori quantità possibili e quando si può scelgono la “green chemistry”, alternativa che mette a disposizione del cosmetologo sostanze di sintesi sostenibili e biodegradabili. I Cosmetici eco-bio-demo-compatibili rappresentano quindi la concreta realtà che più si avvicina all’idea popolare di “Cosmesi Naturale”: il più possibile sicura nella qualità degli ingredienti ma anche nella ricerca di eco-bio-compatibilità e sostenibilità sia con la pelle che con l’ambiente.

Cosmetici eco-bio-demo-compatibili sono certificati in primis da  Skineco, un’Associazione scientifica no profit in cui dermatologi e chimici controllano l’Ecodermacompatibilità dei cosmetici e di tutto ciò che va a contatto con la pelle, anche i tessuti con cui vengono confezionati gli abiti. Skineco per quanto riguarda la Cosmesi “ha voluto metterci la faccia” certificando prodotti bio, dermocompatibili e “green oriented” secondo altissimi standard di valutazione. Sulla base dei suoi principi ed obiettivi questa Associazione rappresenta un esempio da seguire nel campo della Cosmesi e direi anche un punto di riferimento per il legislatore se in futuro verrà finalmente deciso di regolamentare le “categorie alternative” di cosmetici che nella realtà del mercato della bellezza muovono non solo milioni di euro, ma anche di false credenze nel consumatore che viene “naturalmente fuorviato” da molte aziende che, comunque operando nel lecito, basano il loro marketing di prodotto sull’enfasi del naturale, distribuendo prodotti che non solo hanno poco di vegetale ma non rispettano nemmeno la Natura.

Concludendo risulta quindi evidente che parlare di cosmetici non è un argomento così semplice. Di fronte ad un mercato dalle richieste sempre più specifiche e in continua evoluzione, ci si rende sempre più conto che il business del mito della Bellezza per molte persone sta sempre più maturando nel più fine concetto di “cura naturale della persona” e per i professionisti si sta specializzando in una cosmesi finalizzata ai risultati in un’ottica di sicurezza a lungo termine dove viene sempre più richiesto l’utilizzo di prodotti che siano il più naturali possibili.

 

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